Northern Lights.

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“L’ossimoro è una figura retorica che consiste nell’accostare due termini di senso contrario o in forte antitesi tra loro”. Combinare scialpinismo e navigazione potrebbe appunto sembrare un ossimoro, invece è una pratica che risale a oltre un secolo fa, quando per primi, gli esploratori polari norvegesi iniziarono a utilizzare gli sci nella loro marcia verso i poli. A pensarci bene in effetti, per lo scialpinismo si utilizzano le pelli di foca: un animale marino. Superata l’apparente antitesi tra i due termini, rimane il forte contrasto tra il bianco della neve e il blu scuro, quasi nero dei fiordi norvegesi l’emozione di sciare dalla cima fino al livello del mare. Più in giù non si può.

Assieme a Navid, Taylor, Cyrus, Matt, Brady, Jason e il Capitano Jonas, in collaborazione con  Pukkatravels  abbiamo passato una settimana in barca a vela tra i fiordi norvegesi  a nord di Tromsø, attorno alla penisola di Lyngen  fino all’isola di Arnøya tra splitboards,  canne da pesca e aurore boreali. La giornata tipica incomincia con la colazione sulla barca e poi il trasferimento con gommone sulla terraferma, risalita con le splitboard e una volta raggiunta a cima e preparati gli snowboard è il momento della meritata la discesa verso il mare blu scuro dei fiordi. Una volta rientrati in barca, dopo una buona merenda si riparte alla volta della destinazione successiva, a volte fermandosi a pescare dei merluzzi per la cena. Dopo la cena, la navigazione continua molto spesso accompagnata dalle ultime aurore boreali della stagione, infatti dal mese di aprile le giornate iniziano a essere molto lunghe e in poche settimane il sole non tramonta più.

Navid, Matt, Taylor, Jason, Cyrus e Brady, tutti alla loro prima uscita assoluta con le splitboards sono stati molto bravi, hanno imparato molto velocemente sia la tecnica di risalita, sia a convertire le tavole da salita a discesa e a gestire il ritmo e le energie in salita: il motto era “lenti e inesorabili”. Di seguito alcune foto del viaggio, purtroppo fotografare l’aurora boreale dalla barca in movimento non è stato facile.

Ora in Dolomiti è arrivato il caldo ed è tempo di arrampicare…. e iniziare a pensare al viaggio in Norvegia il prossimo anno, a breve maggiori informazioni.



 

Skitouring from a catamaran seems to be an oxymoron, in reality first norwegian polar explorers used skis on their march to the Poles once was not possible going further with the boat; moreover skitouring skins used to be made of seal skin. What remains of the oxymoron is the strong contrast between the white of the mountains and the dark blue of the fjords, and the feeling of skiing straight from the summit to the sea level. Skiing further would be impossible.

With the group composed by Navid, Brady, Jason, Taylor, Cyrus and Matt, Captain Jonas with the amazing organization of Pukkatravels, we spent a sail to ski week on a catamaran in the fjords near Tromsø, around Lyngen peninsula, and further up to Arnøya island, surrounded by amazing mountains, splitboards, seals and northern lights.

The typical day consisted in breakfast on the boat, reaching the shore with the ding, splitboarding on the desired mountain and finally snowboarding all the way to the sea. Once back on the boat, it was time for a refreshing jump in the Arctic water or simply a cold beer and then sailing for the next  skitouring destination, sometimes under amazing Northern Lights.

Navid, Brady, Jason, Taylor, Cyrus and Matt were an amazing group on their first ever time on splitboards, they quickly learned how to deal with the boards, the splitboarding technique and how to keep an efficient rhythm on the way up: our motto was ” slow and steady”. Here  are some pictures of our trip, unfortunately taking pictures of Northern Lights is not easy on a moving boat.

Now in Dolomites it’s time for rock climbing …. and for planning next ski touting trip to Norway: soon more info on this website.

Splitboards:

 

On the Boat:

 

 

Northern Lights:

 

Storia di una fotografia.

Il caso, la fortuna e le coincidenze.

In questo post voglio raccontare la storia di una fotografia che ho fatto alcuni anni fa, con il telefono cellulare, durante una gita di scialpinismo alla cima di Fanis di Mezzo assieme al mio amico Alessandro Fiori, con cui lavoro nel gruppo Guide Alpine Cortina.

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Il caso.

Dopo aver risalito il canalone che porta alla forcella, viste le condizioni abbiamo lasciato gli sci per proseguire a piedi lungo la cresta che si affaccia sulla val Travenanzes. Il filo di cresta che collega le cime di Fanis rappresenta un ottimo punto di vista sulle Tofane e sulla val Travenanzes; un panorama bellissimo oggi, un punto di osservazione strategico durante la Prima Guerra Mondiale, tanto che numerose sono le gallerie  costruite dall’esercito Austriaco per controllare la valle sottostante. Proprio in prossimità di una di queste aperture, ho preso il telefono e  scattato alcune foto alla feritoia, un’ apertura parzialmente ostruita dalla neve, se ricordo bene delle dimensioni di circa 40 centimetri. Avevo con me anche una macchina fotografica, ma per qualche ragione ho pensato che immagini sul computer, alcune di queste, specialmente quelle della cima erano venute bene e una l’ abbiamo usata per la locandina del Gruppo Guide alcuni anni fa; nel frattempo mi ero completamente dimenticato delle immagini scattate con il cellulare.

La fortuna.

Diversi mesi dopo, credo fosse ormai estate, mentre cancellavo alcune foto dallo smartphone per recuperare spazio, ho selezionato la foto per cancellarla e mi sono accorto che l’apertura nella roccia da cui si vede la Tofana di Rozes ha la forma di un cane, molto simile ad un  pastore tedesco come quello  che avevo al tempo. “Bella fortuna non averla cancellata” ho pensato, ho effettuato alcune regolazioni alla luminosità e al contrasto, ma nessuna modifica alla forma, poco tempo dopo ho iniziato a usarla come immagine profilo sui vari social network perché all’epoca rappresentava due cose cui tenevo: il mio cane Byron e la passione per la montagna.

Le coincidenze.

Mi capita a volte di ripensare a questa immagine: un apertura nella roccia a forma di cane da cui si vede una montagna, una delle mie preferite: la Tofana. Una bella coincidenza. Capita a volte di cercare  di vedere dei significati in coincidenze del tutto casuali, allora questa fotografia mi riporta indietro con la mente a oltre dieci anni prima, quando assieme al mio cane facevo lunghe camminate in montagna. Con la scusa di una camminata ho scoperto luoghi attorno Cortina dove non sarei altrimenti stato: in un certo senso, le montagne le ho viste attraverso un cane, per caso e per fortuna, proprio come nella fotografia. Ecco allora che l’immagine di un cane che si intravede attraverso un apertura scavata nella roccia, vista da una particolare angolazione, (il tutto fotografato per puro caso) si trasforma nella più romantica immagine della montagna vista attraverso un cane.


 

Vacanze di Natale

Le vacanze natalizie sono quasi al termine, allora colgo l’occasione per un breve post fotografico delle attività svolte nel periodo.

E’ stato sicuramente un natale molto diverso dai precedenti, caratterizzato da molta neve e temperature più basse rispetto agli anni precedenti, ma soprattutto da una forte nevicata il 27 di dicembre.

Questo natale le condizioni erano molto buone sia per il freeride che per lo snowboard, ma anche per l’arrampicata su ghiaccio: un attività molto bella e di grande soddisfazione al di fuori dell’affollamento delle piste.

Buon Anno a tutti!